Costanza da Montefeltro
storia di una principessa
La storia di Costanza da Montefeltro, la nobildonna che ha dato nome alla rievocazione medievale “Alla tavola della Principessa Costanza”
Da quasi 30 anni, Costanza da Montefeltro è una vera e propria istituzione nella cittadina di Teggiano, che ogni agosto fa un salto indietro nel tempo per rivivere le atmosfere e i sapori di un’altra epoca.
Con il suo lungo strascico intarsiato di gemme, la rediviva principessa Costanza da Montefeltro sfila per le strade del centro storico di Teggiano, lasciando di stucco gli spettatori che giungono da ogni parte d’Italia per partecipare alla sua festa.
Ma chi era la principessa Costanza da Montefeltro?
Non sono molte le notizie sulla sua biografia.
Costanza da Montefeltro nacque a Urbino nel 1466, da un’importante famiglia nobile.
Suo padre era Federico II da Montefeltro, duca d’Urbino (1422-1482): buon governatore, grande condottiero e mecenate illuminato che fu apprezzato dentro e fuori i confini italiani, finanche dallo Stato Pontificio (fu Vicario della Chiesa).
Sua madre era Battista Sforza (1446-1472), primogenita del Signore di Pesaro Alessandro Sforza e di Costanza da Varano. Donna di grande cultura – aveva iniziato a studiare latino a 3 anni e poi era stata affidata all’umanista Martino Filetico – e di forte temperamento (“più pronta a comandare che a obbedire”, come riporta Benedetto da Norcia in una testimonianza epistolare), Battista fu stimata presso tutte le corti italiane e resse il governo del ducato durante le frequenti assenze del marito.
Gli illustri genitori di Costanza sono ritratti in un dipinto di Piero della Francesca, conservato agli Uffizi.
Costanza ebbe quattro fratelli: Giovanna, Elisabetta, Agnese e Guidobaldo di Montefeltro, terzo duca d’Urbino.
Come era usanza al tempo, il matrimonio con Antonello Sanseverino era stato programmato sin dalla tenera età. Antonello Sanseverino (1458-1499) era “un buon partito”: principe di Salerno e Conte di Marsico, apparteneva a una delle casate più eminenti del regno di Napoli discendente dai Duchi di Normandia.
La prestigiosa unione fu celebrata nel 1480 nel castello di Diano (antico nome di Teggiano), le cui mura erano state ampliate proprio dalla famiglia Sanseverino nel 1417.
Dopo i fastosi festeggiamenti per le nozze, la novella sposa Costanza andò a vivere a Napoli, dove si narra che fosse riverita con grande onore da tutta la nobiltà partenopea.
A conferma di ciò pare che il poeta napoletano Jacopo de’ Gennaro (1463-1508) avesse composto un sonetto in suo onore: “Al dolce suon del ragionar soave”, che lascia intendere fossa una nobildonna di fine animo e intelletto.
Nel 1485 Costanza diede alla luce l’erede del principe Antonello, Roberto II Sanseverino (1485-1508), futuro terzo principe di Salerno. In Francia, nella corte di Luigi XI, circolava voce che il concepimento fosse avvenuto grazie all’intercessione delle preghiere del frate taumaturgo Francesco di Paola.
A causa dell’inasprirsi dei rapporti con gli Aragonesi, in seguito alla Congiura dei Baroni, la vita del principe Roberto non fu affatto facile. Possiamo immaginare che lo stesso valse per la madre Costanza da Montefeltro, ma le fonti non riportano nulla al riguardo, per cui non abbiamo modo di sapere come la principessa trascorse quei difficili anni.
Certo è che Costanza da Montefeltro ebbe una vita longeva: morì a Napoli nel 1518, alla veneranda età di 96 anni.
Le lacune presenti nella storia della principessa Costanza da Montefeltro alimentano il fascino, per certi versi misterioso, esercitato dalla sua figura.